ECOLOGIA E RESPONSABILITÀ ORIENTANO GLI ACQUISTI DEGLI ITALIANI

La sostenibilità, etica e ambientale, si afferma progressivamente nei comportamenti di acquisto dei consumatori e guadagna una significatività economica. Nel 2017 le vendite di prodotti ecologici e responsabili hanno raggiunto i 3,6 miliardi di euro, quest’anno potrebbero superare i 4 miliardi.

“Esiste un chiaro legame tra i problemi ambientali e la distribuzione della ricchezza e delle povertà nel mondo”. Con queste parole si apriva nel 1987 il Rapporto Brundtland, dal nome del primo ministro norvegese che presiedette la Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo e di fatto teorizzò il concetto di “consumo sostenibile”, un modello di sviluppo volto alla conservazione dell’ecosistema a livello locale e mondiale.

Trentuno anni dopo, pur con molto ritardo cresce progressivamente il grado di consapevolezza del tema della sostenibilità. Oggi la sostenibilità, etica ed ambientale, guadagna una visibilità nelle etichette e tra gli scaffali della grande distribuzione ed orienta i consumatori al momento dell’acquisto di un prodotto.

Secondo un’indagine Censis, più di 8 italiani su 10 ritengono sia molto o abbastanza importante il fatto che i prodotti alimentari acquistati riflettano le proprie convinzioni etiche, sociali, ambientali. Nel momento della scelta di acquisto solo il 3,7% delle persone non tiene in alcuna considerazione criteri ecosolidali, mentre la quasi totalità degli italiani (94%) considera molto o abbastanza importante il grado di trasparenza e correttezza dell’etichettatura. La determinante dei prodotti che per la composizione del packaging o per le modalità di produzione sono caratterizzati da una connotazione ecologica o etica, è proprio l’etichetta, dove vengono indicati i marchi che ne certificano l’effettiva qualità.

Dall’analisi delle vendite nella Grande Distribuzione di prodotti a marchio etico ed ambientale è possibile cogliere la sensibilità degli italiani nei confronti dei consumi responsabili ed ecologici. L’esercizio ci permette anche di individuare il trend di crescita del segmento e quindi la dimensione del cambiamento nelle scelte di acquisto degli italiani. Nel primo semestre il segmento dei prodotti ecologici ha fatto segnare un aumento nelle vendite del 3,6% rispetto allo stesso periodo nel 2017, con un giro di affari di oltre 188,6 milioni di euro.

Al filone ambientale appartengono tutti quei prodotti del “cura casa” caratterizzati da packaging ed etichettatura ecologica, ovvero ad impatto ambientale inferiore rispetto a prodotti della stessa tipologia, nella forma e/o nella sostanza. Fra i prodotti più apprezzati, il marchio “green” (68 milioni di euro nel periodo gennaio-giugno 2018), a seguire il biodegradabile (33 milioni di euro), il vegetale (30 milioni di euro) ed il senza nichel (26 milioni di euro).

Fra i marchi più in voga, nel primo semestre del 2018, crescono a doppia cifra i prodotti con packaging con “meno plastica” (+14,3%) e sullo stesso giro di affari si mantengono i prodotti confezionati con plastica riciclata, che valgono oltre 12 milioni di euro.

Fonte: RAPPORTO COOP 2018

Il tema della plastica, dell’inquinamento dei mari e della riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili sembra aver fatto presa sugli italiani, anche grazie alle iniziative di comunicazione intraprese da associazioni ambientaliste (WWF, Greenpeace, ecc.) e soprattutto dalle organizzazioni internazionali. Fra queste, vale la pena ricordare come l’Unione Europea abbia avviato da tempo campagne di sensibilizzazione sulla riduzione dell’uso della plastica, mentre la Commissione Europea ha dato il via ad un piano per la messa al bando di numerosi prodotti di plastica usa e getta.

I prodotti “responsabili” ovvero a marchio etico, hanno fatto registrare un aumento delle vendite dell’1,8% nei primi sei mesi del 2018, per un valore complessivo di quasi 1,7 miliardi di euro. Fra questi, tre marchi valgono oltre il 93% del fatturato del segmento: i prodotti con logo FSC (914 milioni di euro), la certificazione che attesta la corretta gestione forestale nel momento della raccolta delle materie prime; i prodotti “sostenibili” (476 milioni di euro), che presuppongono l’adozione di modelli di comportamento improntati ai principi della  sostenibilità ambientale; i prodotti a marchio “Friends of the Sea” (178 milioni di euro), che certificano prodotti derivanti da attività di pesca e acquacoltura sostenibili.

Fra i marchi più in crescita nella prima metà del 2018, troviamo i prodotti “UTZ” (+22% sul I semestre 2017), che certificano la provenienza delle lavorazioni da coltivazioni sostenibili dal punto di vista sociale ed ambientale, riguardante in particolare tè, caffè e cacao; “utz”, in lingua maya, significa “buono”.

Crescono a doppia cifra anche i prodotti marchiati “fair trade” (+16%), che certificano i valori del commercio equo a supporto dei produttori più svantaggiati dei Paesi in via di sviluppo, e gli “EcoCert” (+15%), che attestano la conformità ai regolamenti europei 834/2007, 889/2008 e 1235/2008 relativi all’agricoltura biologica. Complessivamente, nel primo semestre del 2018 le vendite di prodotti ecologici e responsabili hanno quasi raggiunto quota 2 miliardi di euro, contro i 3,6 di tutto il 2017.

Condividi:

Comments are closed.